Cultura “Arte antigiudaica, immagini del disprezzo”
Mercoledì 1 febbraio presso l’ex Regio Museo in piazza Indipendenza a Cagliari il Museo Archeologico Cagliari si è tenuto un interessante incontro tenuto dallo storico dell'arte all' Universitat de Lleida dal titolo “Arte antigiudaica. Immagini del
Lo storico sostiene che – “capire le cause del disprezzo significa individuare l’origine della paura.
La paura porta sempre a disprezzare e nasce dalla debolezza, dall’inettitudine. Avere paura porta con sé l’esigenza di trovare colpevoli su cui riversare le proprie frustrazioni. Per intendere in profondità l’antisemitismo è necessario fare un volo ‘à rebours’ fino ai prodromi del Medioevo, atterrando nel cuore di quel ‘laboratorio’ generativo della religione cristiana che furono i cosiddetti Padri della Chiesa.
L’interpretazione preconcetta di alcuni passi evangelici determinò una serie di valutazioni e convincimenti sulla vita e la morte di Cristo, in cui il complesso del popolo ebraico assunse responsabilità e caratteri atemporali, costituendo l’avvio di una visione ‘razzista’ della redenzione messianica, ovviamente sbagliata e ovviamente incoerente rispetto all’originaria Buona Novella (il Vangelo). L’Ebreo divenne il polo negativo di una necessità provvidenziale, una sorta di trasposizione in chiave ‘terrestre’ della ribellione luciferina.
Gli Ebrei iniziarono ad essere visti come i colpevoli della morte di Gesù, non riconosciuto come Messia ma soprattutto negato nella sua natura divina. Necessari e orribili come il demonio, essi assunsero – anche per mezzo delle immagini artistiche – il ruolo di causa di tutti i mali. Nel Sette-Ottocento il negativo della ‘razza’ ebraica venne trasposto su un piano sociale, praticamente biologico e pseudoscientifico, dando avvio alla linea di pensiero assunta e poi reinterpretata in termini di supremazia politica dal nazismo e dal fascismo. Ma le radici di quell’orribile pianta affondano nel cuore della religione. Solo la conoscenza – a tratti imbarazzante – di quanto abbia inciso il pregiudizio religioso sulla vita di milioni di persone innocenti consente, da un lato di comprendere una parte importante dell’intera storia occidentale, dall’altro di poter rifondare i concetti del ‘sacro’ e del ‘divino’ su valori non divisivi. Fare memoria significa diventare consapevoli di una storia complessa, quasi mai raccontata, una storia sgradevole ma che costituisce l’intelaiatura di tanti ‘sviluppi umani’ di ciò che ci circonda, ancora oggi”.